Con il ciclo si vuole esplorare in profondità e far conoscere la vivacità dei rapporti intrattenuti dallo scrittore siciliano con culture e interlocutori di altri paesi, sfatando i luoghi comuni che troppo spesso lo relegano in una dimensione provinciale o in vieti clichés.
Il ciclo si pone in linea di continuità con due pubblicazioni della omonima collana - curata dagli Amici di Sciascia in collaborazione con la storica casa editrice fiorentina Leo S. Olschki- rispettivamente titolati “Troppo poco pazzi. Leonardo Sciascia nella laica e libera Svizzera” (uscito nel 2011 a cura di Renato Martinoni) e “Sciascia e la Jugoslavia” (uscito nel 2015 a cura di Ricciarda Ricorda). La conferenza del 22 luglio ha affrontato i filoni della ricerca appena avviata, che si preannuncia assai feconda, considerata la centralità che la cultura transalpina ebbe sin dagli esordi nel pensiero e nell'opera di Sciascia, e che sarà esplorata sia sotto il profilo letterario che sotto quello sociologico e politologico. La ricerca sarà articolata nei seguenti percorsi: «Une certaine Italie» , ossia l'Italia che i francesi hanno conosciuto grazie a Sciascia in rapporto alle tematiche politiche da lui trattate (terrorismo, mafia etc.); «Une certaine France», ossia la Francia che Sciascia ha scoperto, grazie ai rapporti personali con il mondo francese e al ricordo consegnato agli epistolari; e infine «Une certaine image, une certaine écriture», ossia la ricezione di Sciascia in Francia (l'immagine dello scrittore siciliano attraverso i media francesi) e l'analisi delle traduzioni delle sue opere (caso particolarmente interessante nel quadro delle attuali, vivaci, discussioni traduttologiche).
I due ulteriori incontri in programma saranno infine incentrati su “Sciascia e la cultura araba”, a cura di Francesca Maria Corrao (ordinario di lingua e cultura araba alla LUISS si Roma) e “Sciascia e la Germania”, a cura di Albertina Fontana (segretario degli Amici di Sciascia).

