Di certo c'é solo che è scomparso

di Matteo Collura

Di sicuro c'è solo che è scomparso: è giusto dire così di Ettore Majorana, lo scienziato di cui si persero le tracce nell'ormai lontano 1938, XVII dell'era fascista. Ed è curioso che 72 anni dopo nessuno creda più al suicidio e che nell'indagare si insista esclusivamente sul suo presunto proposito di finire il resto

della vita lontano non soltanto dalla famiglia e dagli amici, ma dalle sue scoperte nel campo della fisica nucleare che avrebbero potuto portare – come poi hanno portato – alla creazione della micidiale arma per lo sterminio di massa: la bomba atomica.

Di sicuro si sa soltanto che si chiamava Ettore Majorana, questo pirandelliano scienziato. E che – suicidio o fuga dalla propria identità – volle scomparire. Si può dire soltanto questo dopo aver letto altri due libri su questo persistente mistero, uno dei più appassionanti della cronaca italiana dell'ultimo secolo. Due volumi che assicurano gustosa lettura ma che, dopo quelli pubblicati da Leonardo Sciascia (La scomparsa di Majorana, Einaudi 1975) e da Erasmo Recami (Il caso Majorana, Mondadori 1987), aggiungono ben poco alla verità dei fatti, ammesso fosse questa l'intenzione dei due rispettivi autori. I quali saranno d'accordo con noi nel sostenere che quando una persona intelligente come il giovane fisico Ettore Majorana o come l'anziano economista Federico Caffè (scomparso anche lui nel nulla nella primavera di 13 anni fa), intende far perdere le proprie tracce, ci riesce.

Del resto, è proprio su questa linea che si muovono lo spagnolo Jordi Bonells, con il romanzo La seconda scomparsa di Majorana (Keller editore, pp.156, euro 14) e il portoghese João Magueijo, con il racconto biografico La particella mancante. Vita e mistero di Ettore Majorana, genio della fisica (Rizzoli, pp.422, euro 20). Due buone letture, si diceva, anche se diversissime l'una dall'altra. Pura invenzione, anche se suggerita dai dati reali, quella che ci dà Bonells; puntigliosa ricostruzione di una vita segnata da una sorta di tragico disadattamento, quella che ci fornisce Magueijo, anche lui fisico teorico.

Usciti quasi contemporaneamente, i due libri presentano analogie sorprendenti, a partire dai riferimenti letterari e scientifici. Sciascia e Recami per entrambi gli autori sono i riferimenti più solidi, ma è singolare che sia Bonells sia Magueijo facciano riferimento agli eteronimi di Pessoa. E' come se i due scrittori, nel concepire i propri libri, si fossero scambiate le rispettive opinioni, immergendosi nel medesimo mistero con stile diverso, ma con identica passione e medesimo sforzo d'identificazione.

Differenti – ma, anche se potrà sembrare paradossale, questo è ininfluente – le due conclusioni. Il protagonista del romanzo di Bonells si dice convinto che il fisico italiano Ettore Majorana, scomparso nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1938, durante la traversata in nave da Palermo a Napoli, visse sotto falso nome in Argentina, “dal 4 aprile 1938, data del suo arrivo a Puerto Madero, fino alla fine del mese di giugno 1976”. Per João Magueijo, il pur desaparecido Majorana non è stato mai in Argentina. E nel libro la ricostruzione della vita dello scienziato catanese, fatta in parallelo con le sue scoperte nel campo della fisica nucleare, apre tutti gli scenari possibili, compreso quello del rapimento di Majorana da parte di spie straniere o di extraterrestri.

Notevoloe il lavoro di ricerca biografico e scientifico del professor Magueijo, anche se nell'ostentare uno stile disinvolto e carico di humor inglese (non a caso insegna teoria della relatività all' Imperial College di Londra), si lascia andare a qualche spiritosaggine di troppo. Che un editing più attento ci avrebbe evitato.

 DUE LIBRI SUL MISTERO DI MAJORANA

(Il Corriere della Sera, 2 agosto 2010)