Biografia di Leonardo Castellani

Leonardo Castellani  nasce a Faenza il 19 ottobre 1896. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Firenze frequentata nel 1914-1915 assieme a Osvaldo Licini nella sezione di scultura, viene chiamato alle armi fino al marzo 1920, pubblicando in quello stesso anno il suo primo libro 2 quaderni, sorta di diario stampato nella tipografia forlivese dello zio. Nel soggiorno romano degli anni ’20 segue le esperienze del gruppo futurista di Filippo Tommaso Marinetti, stringendo amicizia soprattutto con Balla. Opere rappresentative di questo periodo L’uomo che va ,dalla quale viene inciso il timbro personale che connota l’artista futurista, La donna e la fonte e  Il suonatore di violino. Fonda a Cesena la «Bottega di ceramica artistica», chiusa più tardi e ,dopo due uscite ,alla III Biennale romana  e alla Biennale Internazionale di Venezia, tiene la prima personale già nel 1927. Un anno dopo comincia a svolgere il lavoro di docente e ,da autodidatta, a incidere: Prima acquaforte (Paesaggio) risale al 1928-29. Nel 1930 è chiamato ad Urbino a ricoprire la cattedra di calcografia presso la Scuola del Libro. La terrà per trentotto anni, producendo nella cittadina marchigiana la quasi totalità della sua opera incisa: oltre 1500  lastre secondo quanto riportato da Edvige Castellani e Gualtiero De Santi nel volume di referenza L’illimite lirico,Teramo,1994. Virtuoso del bulino,artista,poeta, Castellani si cimenta in molteplici iniziative. Pubblica nel 1946 in 160 esemplari il volume  Pagine senza cornice e diventa promotore e curatore di  « Valbona » (1957-1961), rivistina dove testi e incisioni si integrano con rara eleganza. Punta agli ottanta abbonati (Sciascia è tra questi) ma purtroppo non riuscirà mai ad averne nelle diciannove uscite prima della chiusura. Leonardo Sciascia scopre Leonardo Castellani non attraverso l’incisione ma grazie alle prose che questi pubblica su “ Il Mondo” di Pannunzio.  Seguono la corrispondenza prima e un sincero sodalizio poi : porteranno nel 1955 alla pubblicazione della plaquette di Castellani  Quaderni di un calcografo nella collana “ i quaderni di  « Galleria » ”, diretta da Sciascia per l’omonimo editore nisseno. « Valbona » ospiterà poi due testi di Sciascia:            Il soldato Seis (marzo 1958) e Sambuca (giugno 1959). Sul filo del doppio registro, letterario e incisorio, altre collaborazioni seguiranno tra i due: testi di Sciascia a presentazione della mostra personale tenuta a Caltanissetta(1966) e a Palermo (1975: Chiarezza e perfezione) o ancora di omaggio a Castellani (1985: Ricordo in Sicilia, ripubblicato un anno dopo sotto il titolo Essenzialità dei segni e delle parole); prose di Castellani nel bimestrale « Galleria » ,diretto da Sciascia (1957: Viaggio a Settembre; 1959: Ragazze al fiume), tiratura curata da Castellani dell’acquaforte di Emilio Greco a corredo del volume di Sciascia Racconti siciliani,stampato nel 1966 nella collana «Le mete» dell’Istituto d’Arte di Urbino, incisione in 110 esemplari numerati di Castellani (riprodotta anche in copertina) per l’edizione di testa di Lezioni su Stendhal di Tomasi di Lampedusa (1977: per la collana « La civiltà perfezionata », diretta da Sciascia ,Sellerio editore Palermo). Nell’arco di una  vita, Castellani ha una feconda attività espositiva: sono 56 le mostre personali e 158 quelle collettive, con una significativa partecipazione ,dal 1926 al 1956,  a molte Biennali veneziane così come alle mostre promosse dalla Calcografia Nazionale di Roma.Tra le antologiche più importanti, quelle di Urbino, Faenza, Klagenfurt e  Milano (Castello Sforzesco). Muore a Urbino il 20 novembre 1984.