Dopo studi di diritto, letteratura e filosofia a Città del Messico, seguì un corso di giornalismo al Macalester College in Minnesota. Lavorò poi a Washington come corrispondente di periodici messicani e fondò la casa editrice Máquina de Escribir. Dal 1997 risiedeva a Città del Messico.
Alla sua attività di autore di romanzi e racconti, affiancò quella di saggista e traduttore. Tra i titoli più significativi della sua opera narrativa, i romanzi Pretexta o el cronista enmascarado (1979) e La clave Morse (2001), e il volume di racconti Tijuanenses (1997). Tra i temi che hanno caratterizzato la sua opera, il potere dei politici e delle grandi famiglie che governano nell’ombra, la repressione, le disuguaglianze, la disperazione, la tragedia della vita quotidiana.
Tradusse dall’inglese – Harold Pinter e David Mamet – e dall’italiano – Leonardo Sciascia. E proprio a Leonardo Sciascia, che fece conoscere in Messico, negli anni Ottanta dedicò una serie di articoli, un’intervista e la cronaca di un viaggio che raccolse nel volume La memoria de Sciascia.
Questo libro – purtroppo non ancora tradotto in italiano – è un’analisi e un’introduzione all’opera sciasciana. Si tratta di una riflessione su mafia, sicilianità, ‘hispanidad’ e altre cose che spagnoli, messicani e siciliani hanno in comune – tra cui, purtroppo, l’inquisizione. Tratta anche della ‘sicilianización del mundo’, ossia della Sicilia come metafora del mondo, e della scomparsa dello stato. Questi i titoli originali delle varie parti del libro:
Un sistema solar
Nunca se sabrà
El antigatopardo
Las mismas inquisiciones
La novela de ambiente judicial
La locura della justicia
No se puede gebernar come un angél
El drama pirandelliano en la novela policiaca
Lo que sea de cada quien
Un modo de ser mafioso
El crimen de Estado
Italia, una novela policiaca
La ciencia, a un paso de la locura
La correspondencia de Moro
Los corredores de la memoria
Conversación en Sicilia
El mar color de vino
Il miglior elogio de La memoria de Sciascia si trova nel saggio “Fortuna critica” di Claude Ambroise, posto in fondo al terzo volume delle opere di Leonardo Sciascia da lui curate (Opere 1984-1989, Bompiani, Milano 1991). Scrive infatti Ambroise:
“La migliore presentazione dell’opera di Sciascia, perché accessibile a tutti i potenziali lettori dello scrittore racalmutese, è un libro in lingua spagnola, scritto da un messicano (Federico Campbell, La memoria de Sciascia, Fondo de cultura económica, México 1989) che, senza pedanteria, ma con precisione e passione, delinea il contenuto della ricerca sciasciana. L’appartenenza di Campbell alla ‘hispanidad’ gli consente anche di dare maggiore spessore al lato spagnolo dello scrittore siciliano: non per sentito dire, il critico messicano riattiva il dialogo Sciascia-Borges o inserisce, attualizzandole in un contesto sudamericano, le riflessioni sull’inquisizione e sulla giustizia.”
La morte di Federico Campbell è una perdita per la cultura messicana e più in generale ispanica. Per noi, Amici di Leonardo Sciascia, con Federico Campbell scompare un Amico.
E.L.G.

