La giustizia italiana si trova oggi di fronte a sfide complesse che richiedono una riflessione profonda sui suoi meccanismi e sulla sua capacità di essere veramente equa. Quando parliamo di giustizia, non ci riferiamo soltanto all'applicazione tecnica delle norme, ma a qualcosa di più ampio e fondamentale: la capacità del sistema giudiziario di essere umano, consapevole e rispettoso della dignità di ogni persona coinvolta nei procedimenti.

Il 30 giugno 2025, dalle 15:30 alle 18:00, la Sala conferenze del carcere di San Vittore a Milano ospiterà un evento di straordinaria rilevanza dedicato al "Progetto di Legge Sciascia-Tortora". Questa iniziativa, organizzata dall'Ordine degli Avvocati di Milano attraverso la Fondazione Forense, si propone di esplorare le possibilità di costruire "un'amministrazione della giustizia più umana e consapevole".

L'evento prende il nome da due figure simboliche della lotta per una giustizia più equa: Leonardo Sciascia, il grande scrittore siciliano che con la sua penna acuta seppe denunciare le storture del sistema, e Enzo Tortora, il conduttore televisivo che sulla propria pelle visse l'esperienza di un errore giudiziario che scosse profondamente l'opinione pubblica italiana. Il titolo scelto per l'incontro, "Conoscere per giudicare, vedere per condannare", racchiude in sé un principio fondamentale: solo attraverso una conoscenza approfondita e una visione completa dei fatti si può amministrare una giustizia davvero giusta.

La giornata vedrà la partecipazione di personalità di primo piano del panorama politico e giuridico italiano. Tra i saluti istituzionali sono previsti gli interventi di Ignazio La Russa, Presidente del Senato, e Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia. Le relazioni introduttive saranno tenute da figure chiave del mondo legale milanese, tra cui Antonino La Lumia, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, e Federico Papa, Presidente della Camera Penale di Milano. Particolare significato rivestiranno gli interventi di Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora, e Simona Viola dell'Associazione Amici di Leonardo Sciascia, che porteranno testimonianze dirette del lascito umano e intellettuale dei due protagonisti che danno nome al progetto di legge.

Il momento centrale dell'evento sarà rappresentato dalla tavola rotonda, coordinata da Guido Camera, Presidente di Italiastatodidiritto, che vedrà il confronto tra parlamentari di diversi schieramenti politici, tra cui Maria Elena Boschi, Benedetto Della Vedova, Giorgio Mulè, Lia Quartapelle e il senatore Sandro Sisler, insieme all'avvocato Claudia Eccher. Questo dibattito promette di essere un momento di confronto costruttivo su come rendere il sistema giudiziario più efficace e rispettoso dei diritti fondamentali.

La scelta della location non è casuale: tenere l'evento nella sala conferenze del carcere di San Vittore significa portare la discussione sulla giustizia direttamente in uno dei luoghi dove le sue conseguenze si manifestano più concretamente. È un modo per ricordare che dietro ogni procedimento giudiziario ci sono persone reali, con le loro storie e le loro fragilità.

Per gli avvocati che parteciperanno, l'evento rappresenta anche un'importante occasione di formazione continua, con l'attribuzione di 3 crediti formativi, di cui uno in materia obbligatoria. Tuttavia, l'invito si estende ben oltre la categoria professionale: questo è un momento di riflessione che riguarda tutti coloro che hanno a cuore il futuro della giustizia nel nostro Paese.

Vi invitiamo quindi a partecipare a questo importante momento di confronto e discussione. La partecipazione è gratuita, ma richiede iscrizione online attraverso la piattaforma Sfera. È un'occasione preziosa per contribuire al dibattito su come costruire una giustizia che sia non solo efficiente, ma anche profondamente umana. Perché, come ci insegnano le storie di Sciascia e Tortora, una società giusta si misura dalla qualità della sua giustizia, e questa qualità dipende dalla nostra capacità di vedere ogni persona nella sua integralità, di conoscere prima di giudicare, di comprendere prima di condannare.

Scarica qui la locandina dell'evento.

Dopotutto, è un mettere le proprie congetture a ben alto prezzo,
il volere, per esse, fare arrostire vivo un uomo.
(Montaigne, Essais)

 

Leonardo Sciascia è stato sicuramente uno degli scrittori più importanti della seconda metà del ‘900 italiano. L’opera di questo grande intellettuale è caratterizzata da una grande attenzione nei confronti del mondo della giustizia. Le idee di Sciascia sulla giustizia – permeate da uno spirito perfettamente illuminista, caratterizzato dal ricorso quasi stancante al dubbio e all’uso della ragione – sono diventate un importante esempio per generazioni intere di garantisti, per tutti coloro che – per usare la celebre descrizione sciasciana del capitano Bellodi ne Il giorno della civetta – intendono la legge come «uno strumento da usare con precauzione, con precisione, con sicurezza». Decisamente forti sono gli interventi di Sciascia sul caso giudiziario e di cronaca che aveva investito il suo amico Enzo Tortora, conduttore televisivo molto noto di Portobello, che era stato accusato di essere un camorrista nell’ambito di una maxi-indagine contro la NCO di Cutolo. Questo caso – anche per via della notorietà del personaggio di Tortora che conduceva un varietà di successo su Rai Due – si è rivelato essere uno dei più clamorosi errori giudiziari del secolo scorso, viziato in particolare dalle dichiarazioni mendaci rese da alcuni camorristi pentiti; inoltre è stato un esempio clamoroso di violazione della presunzione di innocenza, di mancanza di segretezza nelle indagini istruttorie ed è stato uno dei primi casi di cronaca nel nostro paese che ha dato vita ad un incredibile circo mediatico, foriero di distorsioni della realtà anche grottesche.
Se due grandi uomini del nostro Novecento come Sciascia e Tortora sognavano che la loro opera e il loro esempio potesse servire ai posteri per migliorare il sistema della giustizia nelle sue storture, forse le loro speranze sono state e sono rimaste veramente delle illusioni.
In quest’ultimo periodo è tornato alla ribalta della cronaca il delitto di Garlasco, il caso di omicidio avvenuto in provincia di Pavia il 13 agosto 2007, in cui perse la vita la giovane Chiara Poggi. Dell’omicidio di questa ragazza fu indagato sin da subito il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, senza un movente e senza che fosse stata rinvenuta l’arma del delitto. Stasi venne assolto dall’accusa con rito abbreviato, sia in primo grado, nel 2009, che in secondo grado, nel 2011. Poteva essere finita ma mancava ancora un colpevole per l’omicidio di Chiara Poggi; e, come ci dice Leonardo Sciascia in un suo elzeviro ora raccolto in Nero su nero:

«Stranamente […] non c’è italiano o italiana il cui coniuge muoia in circostanze tragiche che sfugga al sospetto dell’assassinio eseguito o commissionato. E non solo al sospetto: spesso dal sospetto, attraverso un paziente incastro di indizi per lo più ambigui, che si possono anche leggere nel senso dell’innocenza, si passa all’incriminazione, al processo istruttorio, al processo dibattimentale. Una trafila che, se finisce con l’assoluzione, riconsegna alla società una persona distrutta; e se finisce con la condanna, non è impossibile consegni al carcere una persona innocente».

Queste parole – scritte da Sciascia circa quarant’anni fa e lette alla luce di questo caso di cronaca – mettono i brividi. Perché dopo ben due sentenze di assoluzione, e in un processo in cui è stato operato in tutta evidenza quel «paziente incastro di indizi» di cui parla lo scrittore siciliano, il 18 aprile 2013 la Corte di cassazione annullò le due precedenti sentenze e al processo d’appello di rinvio il 17 dicembre 2014 Stasi venne ritenuto colpevole e condannato, con una riduzione della pena, a sedici anni di reclusione. Questa sentenza verrà confermata – nonostante la richiesta di annullamento del procuratore – in via definitiva dalla Cassazione il 12 dicembre 2015.
Adesso, nel 2025, a quasi vent’anni dalla morte di Chiara e dopo che Alberto ha quasi esaurito la sua pena come assassino della sua fidanzata, il caso viene riaperto: abbiamo un nuovo mostro, un nuovo assassino, Andrea Sempio. Entrare nel merito di chi sia o meno il colpevole dell’omicidio di Chiara sarebbe fuori luogo. Serpeggia però un forte senso di rabbia nella società, perché, alla luce degli ultimi eventi, è ormai evidente che Stasi, anche se colpevole, è stato condannato non “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Leonardo Sciascia aveva posto sotto la sua lente di ingrandimento queste cadute di tensione della classe giudicante e inquirente già nel secolo scorso: infatti, lo scrittore siciliano sembra essere quasi ossessionato da temi come l’esercizio della giustizia tramite il
dubbio, tramite la ragione, oppure dal fatto che la giustizia e le indagini debbano portare alla verità, e se non vi riescono non ne devono creare una alternativa, parziale, puramente indiziaria.
Il contesto è uno dei romanzi più famosi di Leonardo Sciascia ed è un libro in cui i temi della responsabilità del giudice e dell’errore giudiziario sono onnipresenti. L’opinione pubblica è molto scossa da alcuni pesanti fatti di cronaca che hanno come vittime giudici e sostituti procuratori. Dalla capitale viene inviato a indagare sui fatti delittuosi l’ispettore Rogas, uno dei migliori investigatori in circolazione. Una visione dogmatica e religiosa permea la concezione del diritto de Il contesto: una rappresentazione grottesca e deformata che vuole rendere la cecità di giudici e inquirenti di fronte a qualsiasi forma di verità e giustizia. In tutto il libro l’apparato, il corpo giudiziario – nella sua totalità, perché anche il mondo inquirente viene rappresentato in maniera negativa – si presenta come una feroce macchina che, in preda a una furia cieca, stritola tutti i cittadini, anche quelli che dovrebbe proteggere.
Rogas compie un viaggio sulle tracce della genesi dell’errore giudiziario. L’attenzione dello scrittore si focalizza sulla responsabilità dei procuratori e dei giudici che, tramite l’utilizzo della ragione e l’esercizio del dubbio, dovrebbero vagliare scrupolosamente gli atti. Il fatto che le vittime degli omicidi su cui indaga siano tutti giudici, fa presupporre a Rogas di aver abbastanza indizi «per lavorare sulla ipotesi di una vendetta che un uomo ingiustamente condannato si fosse votato a consumare sul suo accusatore, sui suoi giudici». Rogas si rende immediatamente conto che in gran parte dei processi celebrati da questi giudici «gli elementi che avrebbero potuto portare i giudici a dichiarare l’innocenza degli imputati, [...] prevalevano [...] su quelli di cui si erano serviti per motivare la colpevolezza, la condanna». Durante la ricerca dell’assassino Rogas si trova ad avere una conversazione interessante con uno degli innocenti condannati ingiustamente:

«Sì, ero innocente… Ma che vuol dire essere innocenti, quando si cade nell’ingranaggio? Niente vuol dire, glielo assicuro. […]
Ma non sono tutti innocenti – disse Rogas. – Dico: quelli che capitano nell’ingranaggio.
Per come va l’ingranaggio, potrebbero essere tutti innocenti».

E con queste parole voglio ricollegarmi alla cocente attualità. Alberto Stasi forse è finito nell’«ingranaggio» di cui parla Sciascia ne Il contesto, e solo adesso ne sta uscendo. Rimane comunque il dubbio, la paura, che gli stessi errori che forse sono stati commessi nei confronti di Stasi si commettano adesso nei confronti di Sempio, e che, per la foga di emendare un possibile errore giudiziario, se ne stia commettendo un altro. In conclusione possiamo dire che, in questo clima mediatico infuocato, l’opera di Leonardo Sciascia sul tema della giustizia può proporsi ancora oggi come un faro di civiltà che può illuminare la via ad una società che brancola nell’oscurità.

Marco Laudieri

Firenze 11 giugno 2025 Gabinetto Vieusseux, Palazzo Strozzi, ore 17:00

Dopo la presentazione in Parlamento del Progetto di Legge Sciascia-Tortora per una giustizia (più) umana e consapevole, prendono il via da Firenze il prossimo 11 giugno al Gabinetto Vieusseux una serie di iniziative promosse dell'Associazione degli Amici di Leonardo Sciascia a sostegno dell'iter parlamentare.
Gli autorevoli relatori interverranno per spiegare i motivi della loro adesione, in rappresentanza delle associazioni promotrici o come singoli esponenti della società civile.
Il Progetto di legge Sciascia-Tortora riguarda i futuri magistrati e si compone di due articoli: il primo riguarda un percorso di formazione che comprenda lo studio di testi dedicati al ruolo della giustizia e del diritto penitenziario come strumento di garanzia dei diritti e delle libertà. Il secondo punto prevede un tirocinio di 15 giorni in carcere, al fine di comprendere meglio le condizioni delle carceri italiane e riflettere sull'impatto delle loro decisioni future. Come ricorda il titolo dell'evento: conoscere per giudicare, vedere per condannare.

L'evento si terrà al Gabinetto Vieusseux, Sala Ferri, Palazzo Strozzi, in piazza Strozzi con orario 17:00-19:00. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Parteciperanno:
Riccardo Nencini, Presidente Gabinetto G.P. Vieusseux
Simona Viola, Presidente Amici di Leonardo Sciascia
Marcello Bortolato, Presidente Tribunale di Sorveglianza di Firenze
Benedetto Della Vedova, Deputato +Europa,
Filippo Donati, Ordinario diritto costituzionale, Università degli Studi di Firenze, ITALIASTATODIDIRITTO
Fausto Giunta, Ordinario diritto penale Università degli Studi di Firenze
Emilio Santoro, L’altro diritto - Adir, Università degli Studi di Firenze
Francesca Scopelliti, Presidente Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora
Lorenzo Zilletti, Amici di Leonardo Sciascia, Firenze

Scarica la locandina dell'evento

 

Le opere di Leonardo Sciascia offrono una grande opportunità alle sfide della didattica moderna, grazie alla presenza di questioni notevoli che riguardano la vicenda umana, singola e collettiva, nella sua complessità. L’approccio critico originale dell’autore, che scava nei fatti reali e nelle microstorie per riportare alla luce tutta la contemporaneità possibile, consente un esercizio continuo e proficuo di allenamento alla vita per le studentesse e gli studenti. La sua natura di «narratore impuro», come amava definirsi, la contraddizione come modello argomentativo, il pensiero eretico, l’essenzialità della sua prosa e la solitudine visionaria rappresentano un serbatoio di potenzialità didattiche, che potrebbero realizzarsi sia nell’ambito di un curricolo verticale di educazione civica secondo le nuove linee guida del Ministero, sia in attività di didattica orientativa: anzi, proprio attraverso questi canali Sciascia potrebbe finalmente essere letto a scuola, in un tempo curriculare che appare sempre più compresso e ingorgato, e che costringe gli insegnanti a infelici esclusioni.

Leonardo Sciascia non è nominato esplicitamente nelle Indicazioni Nazionali della scuola secondaria di secondo grado, ma le cose potrebbero cambiare molto presto: è il motivo per cui l’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, in collaborazione con Treccani, Gabinetto Vieusseux, Istituto di studi filosofici di Napoli, Università per stranieri di Perugia, Liceo Leonardo da Vinci di Terracina, MOD per la scuola, ha organizzato per tutto il 2025 il ciclo di lezioni rivolto ai docenti L’italiano è il ragionare, da cui il kit didattico ha origine. Le lezioni sciasciane sono state a loro volta la conseguenza di un’indagine condotta dal prof. Marcello D’Alessandra, per la Rivista internazionale di studi sciasciani «Todomodo», tra insigni studiosi di letteratura italiana e professori (alcuni dei quali autori anche di manuali scolastici) che hanno sottolineato l’importanza di leggere e conoscere Sciascia nella scuola di oggi e di domani. 

Il progetto, come abbiamo già avuto modo di dire, ha l’obiettivo di sollecitare l’attenzione dei docenti su un autore poliedrico, finora trascurato e etichettato quasi esclusivamente come mafiologo, che è stato anche un intellettuale di statura internazionale, e dunque interlocutore privilegiato, benché scomodo, della storia e della cultura novecentesche; ma soprattutto ha l’ambizione di fornire un reportorio antologico fruibile a più livelli, arricchito da proposte di attività didattiche in classe.

Il titolo del ciclo di lezioni merita una commento. C’è una questione della lingua in Leonardo Sciascia che attraversa tutta la sua produzione e che lega la lingua italiana, indissolubilmente, al motivo del ragionare: lo strumento conoscitivo e critico per eccellenza si manifesta per mezzo della competenza linguistica. Questa dinamica è generata da uno snodo determinante: la scuola. In Una storia semplice che è l’ultima sua opera (1989), proprio un insegnante, Carmelo Franzò, pronuncia la frase che è stata scelta come titolo del ciclo formativo («L’italiano non è l’italiano: è il ragionare, disse il professore. Con meno italiano lei sarebbe forse ancora più in alto»), chiudendo così un cerchio, che, sul rovello della lingua, si era aperto quando Sciascia era maestro elementare a Racalmuto (1949-1957). Come ha scritto Barbara Distefano nel suo bellissimo saggio Sciascia maestro di scuola, «quello della difficoltà della lingua è l’aspetto più indagato degli anni di insegnamento di Leonardo Sciascia». Il tema ritorna sempre, ed è centrale quanto quello della giustizia, poiché «nella scuola lo scrittore scorge, fino all’ultimo, l’unico baluardo rimasto in un mondo indecifrabile e smemorato.». 

In un incontro avvenuto a Pesaro nel 1980 tra Leonardo Sciascia e gli studenti delle scuole della città,  lo scrittore affermò che gli piaceva molto andare nelle scuole, entrare in contatto coi ragazzi e le ragazze, ascoltare le loro domande, anche subire le loro critiche, perché era per lui un modo di verificare quello che aveva realizzato come scrittore. In un altro incontro a Lipari nel 1983, Sciascia indica la scuola come il luogo cui spetta il compito di interagire con la realtà. Queste affermazioni contengono l’idea di una letteratura dal valore etico e militante, che ha la sua collocazione privilegiata nella didattica, dove addirittura il grande scrittore verifica la bontà della propria azione.

Il kit didattico sarà pubblicato sul sito www.amicisciascia.it nella sezione Scuola con un apposito link  a partire dal mese di novembre del 2025 (e che speriamo di arricchire anche nei prossimi anni attraverso altre edizioni de L’italiano è il ragionare) ed esplorerà proprio la dimensione civile ed orientativa della letteratura di Leonardo Sciascia fornendo agli insegnanti delle lezioni facilmente utilizzabili in classe, con diramazioni pluridisciplinari e un’inedita curvatura STEM su alcuni argomenti. Ci sta a cuore, infatti, non solo contribuire a formare ed educare alle competenze disciplinari e trasversali, ma incentivare il superamento della frattura tra le cosiddette due culture, perché, come affermò Leonardo Sciascia in un’intervista a Giuseppe Quatriglio nel 1975: «Esiste una sola cultura: ed è quella che ama l’uomo».

Roberta De Luca

Il 15 e 16 maggio 2025, a Edimburgo, si terrà un importante convegno internazionale dedicato alla figura e all’eredità intellettuale di Leonardo Sciascia: «Sciascia Today». Il convegno è promosso dall’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, in collaborazione con numerosi atenei e istituzioni culturali, tra cui la University of Edinburgh e l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo.

 

Due giornate dense di riflessioni, letture critiche e dialoghi attorno all’opera dello scrittore siciliano, che vedranno la partecipazione di vari studiosi da atenei italiani e internazionali, da Cambridge a Toronto, da Oxford a Lubiana, da Venezia a Malaga. Il convegno è un’occasione per esplorare – attraverso molteplici prospettive disciplinari – la modernità, il pensiero e l’influenza di Leonardo Sciascia, promuovendone la conoscenza e l’approfondimento nel mondo anglosassone.

Il programma include inoltre una proiezione del documentario «Sciascia, la letteratura contro il potere» (RAI Teche, 2021), momenti di convivialità, e una conversazione finale tra Joseph Farrell e Simona Viola (rispettivamente, vice-Presidente e Presidente della nostra Associazione) sulla proposta di legge Sciascia-Tortora.

L’evento si svolgerà in due sedi prestigiose: giovedì 15 maggio presso la University of Edinburgh (50 George Square – Project Room) e venerdì 16 maggio presso l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo (20-22 East London Street). Il programma è in allegato (link per scaricare).

Per ulteriori informazioni, è possibile scrivere a segreteria@amicisciascia.it.

 

Dopo Roma, Venezia, Firenze, e Milano, il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano ha accolto   - in occasione della Giornata Internazionale dei Musei - l’ultima tappa della XI Edizione del «Premio Leonardo Sciascia amateur d’estampes» 2024-2025, prestigioso evento internazionale dedicato alla valorizzazione della stampa d’arte originale. La città marchigiana è stata fino al 27 luglio 2025  la tappa della  quinta e ultima mostra della manifestazione che  da venticinque anni  celebra l’incontro tra grafica d’arte e letteratura, rendendo omaggio alla passione che lo scrittore siciliano coltivava per la calcografia, ricercando e collezionando, nelle sue incursioni in gallerie e librerie, soprattutto acqueforti.

Il finissage della giornata fabrianese di Venerdì 16 maggio (ingresso libero) si è articolato in tre distinti momenti, tutti nella cornice del Museo della Carta e della Filigrana (Largo Fratelli Spacca, 2).

Introdotto dagli indirizzi di saluto dell’Assessora alla Bellezza del Comune di Fabriano, Maura Nataloni, la manifestazione è iniziata alle 17.00 in Sala Convegni con una conversazione in pubblico (dal titolo L’appassionato incompetente) sulle ragioni della passione dello scrittore per le stampe, accompagnata da rare immagini d’archivio. Francesco Izzo, fondatore degli Amici di Sciascia e del Premio, ne ha parlato con due maestri incisori membri della giuria del Premio, entrambi particolarmente apprezzati da Sciascia, il friulano Edo Janich e il fabrianese Roberto Stelluti.

Alle 18.30, al primo piano del Museo, è seguita  l’inaugurazione della mostra, con visita guidata, delle 27 opere del Premio, allestita dalla Direttrice del Museo, Francesca Mannucci.

Infine, dopo un rinfresco, la manifestazione è stata  conclusa in Sala Convegni alle 20.30 dalla proiezione di un’intervista a Sciascia. La mostra fabrianese è rimasta visitabile fino al 27 luglio negli orari di apertura del Museo (da martedì a domenica dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00). Il programma completo è scaricabile qui.

Sin dagli esordi, il Premio è stato concepito per far conoscere e sensibilizzare a questa forma d’arte il maggior numero di persone possibili. Da qui l’impostazione di un ciclo espositivo itinerante, aperto al pubblico dove sono invitati a partecipare, per ciascuna edizione, non più di una trentina di incisori, tutti accomunati dalla qualità e originalità del segno. Al termine del ciclo, tutte le opere in concorso sono donate alla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, la quale nel corso

delle undici edizioni del Premio ha ricevuto in dono oltre 300 opere incise provenienti da artisti di 43 paesi. Questa XI Edizione del Premio ha visto concorrere 27 artisti, selezionati e votati dalla giuria internazionale presieduta da Érik Desmazières, direttore del Museo Marmottan Monet di Parigi. La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 13 febbraio al Castello Sforzesco di Milano. Il primo riconoscimento è stato assegnato all’ucraino Pavlo Makov, il cui lavoro, profondamente riflessivo, esplora la condizione umana attraverso l’incisione. Il secondo premio è andato a Katia Lang, artista tedesca che nelle sue opere riesce a trasmettere un’intensa sensibilità visiva, mentre il terzo posto è stato conquistato dal polacco Wieslaw Haladaj, con una ricerca espressiva che gioca sulla percezione dello spazio e della materia. Accanto ai tre vincitori, la giuria ha conferito tre menzioni speciali, riconoscendo il valore e l’originalità delle opere di Kohei Wakatsuki (Giappone), Chisanuphol Presanvorakitkool (Thailandia) e Man Zhuang (Cina/Giappone). Le sei opere saranno in mostra a Fabriano assieme a tutte le altre in concorso.

Anche questa edizione il Premio Sciascia è impreziosito da un elegante Catalogo (formato 17.3 x 25 cm) pubblicato dalle edizioni Il Girasole di Angelo e Vasco Scandurra. Composto e stampato con pagine intonse, in una tiratura di 600 copie, le prime 150 copie sono numerate e costituiscono l’edizione di testa. Oltre alle riproduzioni in quadricromia di tutte le 27 opere in concorso, il Catalogo di quest’anno ospita nelle sue cento pagine altri testi, tra i quali uno scritto di Leonardo Sciascia dedicato al maestro incisore torinese Mario Calandri. F IMPORTANTE: per scaricare il comunicato stampa cliccare qui.

Ulteriori dettagli e informazioni: premio@amicisciascia.it

 

Il terzo appuntamento del ciclo di lezioni L'italiano è il ragionare si è svolto venerdì 11 aprile 2025 alle ore 11.00 presso il Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma (Laboratorio degli Aedi- Via Venezuela, 30). Al centro dell'incontro c'è stata l'opera di Leonardo Sciascia La strega e il capitano («Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende»), di cui sono state esplorate le diverse potenzialità didattiche, civiche e orientative attorno ai temi della giustizia, della violenza di genere e dell'importanza dell'educazione letteraria. Dopo i saluti istituzionali della dirigente scolastica prof.ssa Anna Proietti e l'introduzione del prof. Salvatore Mazziotti e della prof.ssa Serena Strianese, Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma, sono intervenuti la prof.ssa Roberta De Luca, Liceo scientifico Fermi di Gaeta, la prof.ssa Tiziana Forzano, Liceo Democrito di Roma e il prof. Fabio Moliterni, Università del Salento, Lecce. L'incontro è stato rivolto a insegnanti e studenti della scuola secondaria di secondo grado ed ha previsto, per la sola presenza, l'attestato di formazione. 

Il progetto, concepito dal Team Scuola dell’Associazione coordinato da Roberta De Luca, ha lo scopo di valorizzare l'opera e il pensiero di uno degli autori più significativi del Novecento europeo e poggia su una indagine condotta da Marcello D’Alessandra tra insigni studiosi, sulla rivista internazionale di studi sciasciani «Todomodo», che ha rivelato come Sciascia non possa più mancare nella formazione delle giovani generazioni. Le Lezioni, programmate per tutto il 2025 in diverse città italiane, intendono infatti diffondere una maggiore consapevolezza dell’autore, chiamando in causa anche i vertici istituzionali, poiché ancora oggi Sciascia non trova nei libri di testo, nelle programmazioni didattiche e nelle Indicazioni nazionali uno spazio pari a quello di altri autori.
L’iniziativa vede la collaborazione di enti di alto prestigio culturale e accademico: l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di Roma, il Ministero Italiano della Cultura (MIC), il Ministero dell’Istruzione e del merito (MIM), l’Università per Stranieri di Perugia, il Gabinetto Scientifico-Letterario G. P. Vieusseux, la Società italiana per lo studio della modernità letteraria (MOD), il Liceo Leonardo da Vinci di Terracina e l’Istituto di Studi filosofici di Napoli.

 

 

Venerdì 14 marzo 2025 alle ore 17.30 presso il Salone degli Specchi dell' Educandato Statale Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa (Via Passione 12), si è tenuta la seconda lezione del ciclo L'italiano è il ragionare dedicata all'opera di Leonardo Sciascia Porte Aperte («"Lei sa come la penso" disse il procuratore generale. Perfetto cominciare: di chi non si sa come la pensa, e se la pensa, e se pensa»), di cui si sono esplorate le diverse potenzialità didattiche, civiche e orientative attorno ai temi del diritto, della responsabilità individuale e della pena di morte. Alla Lezione, introdotta dalla prof.ssa Roberta De Luca, Liceo scientifico Fermi di Gaeta, sono intervenuti il prof. Francesco Bonfanti, IISS Alessandro Greppi di Monticello Brianza, il prof. Marcello D'Alessandra, IIS Benini di Melegnano e la prof.ssa Giovanna Lombardo, Educandato Statale Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa di Milano. L'incontro, ad ingresso libero, è  stato rivolto a insegnanti e studenti della scuola secondaria di secondo grado ed ha previsto, per la sola presenza, l'attestato di formazione. 

Il progetto, concepito dal Team Scuola dell’Associazione coordinato da Roberta De Luca, ha lo scopo di valorizzare l'opera e il pensiero di uno degli autori più significativi del Novecento europeo e poggia su una indagine condotta da Marcello D’Alessandra tra insigni studiosi, sulla rivista internazionale di studi sciasciani «Todomodo», che ha rivelato come Sciascia non possa più mancare nella formazione delle giovani generazioni. Le Lezioni, programmate per tutto il 2025 in diverse città italiane, intendono infatti diffondere una maggiore consapevolezza dell’autore, chiamando in causa anche i vertici istituzionali, poiché ancora oggi Sciascia non trova nei libri di testo, nelle programmazioni didattiche e nelle Indicazioni nazionali uno spazio pari a quello di altri autori.

L’iniziativa vede la collaborazione di enti di alto prestigio culturale e accademico: l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di Roma, il Ministero Italiano della Cultura (MIC), il Ministero dell’Istruzione e del merito (MIM), l’Università per Stranieri di Perugia, il Gabinetto Scientifico-Letterario G. P. Vieusseux, la Società italiana per lo studio della modernità letteraria (MOD), il Liceo Leonardo da Vinci di Terracina e l’Istituto di Studi filosofici di Napoli.

Nato nel 1998, per tenere viva la memoria della passione di Leonardo Sciascia per l’incisione originale, il Premio Leonardo Sciascia amateur d’estampes, giunge all’atteso appuntamento pubblico della premiazione degli artisti ai quali la Giuria conferirà i rispettivi riconoscimenti. Il 13 febbraio prossimo, grazie allo sforzo congiunto dei soggetti promotori (gli Amici di Leonardo Sciascia e il Comune di Milano) prenderà il via la due giorni dedicata dalla città allo scrittore scomparso trentacinque anni fa.  La cerimonia di premiazione, al Castello Sforzesco, sarà seguita il giorno dopo dall’inaugurazione della quarta esposizione delle opere in concorso alla Fondazione Federica Galli.

 

Giovedì 13 Febbraio alle ore 18.00, la maestosa Sala della Balla, Castello Sforzesco (Piazza Castello), ospita la cerimonia nella quale saranno conferiti i premi a sei dei 27 artisti invitati all’edizione 2024-2025: i primi tre classificati e le menzioni speciali, accompagnati dall’esposizione delle sei opere incise. Dal 2010 gli Amici di Leonardo Sciascia sono stati insigniti del titolo di Benefattori del Comune di Milano alla cui Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli» hanno donato nel corso di undici edizioni del Premio oltre 300 opere incise, provenienti da artisti di 43 paesi.

 

Venerdì 14 Febbraio alle 18.00 nelle Sale della Fondazione Federica Galli (Via San Damiano, 2) si terrà invece l'esposizione di tutte le 27 opere in concorso della 11a edizione del Premio Leonardo Sciascia amateur d’estampes, la quarta del ciclo itinerante 2024-2025 che ha già toccato Roma, Venezia, Firenze, e che poi proseguirà a maggio prossimo a Fabriano per poi concludersi nel mese di luglio. La mostra milanese resterà visitabile fino al 18 aprile (orari di apertura, da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19).

 

Come sempre Premio Sciascia è impreziosito da un elegante Catalogo (formato 17.3 x 25 cm) pubblicato dalle edizioni Il Girasole di Angelo e Vasco Scandurra. Composto e stampato con pagine intonse, in una tiratura di 600 copie (di cui 450 con copertine di cartoncino martellato Favini Prisma nero di 250 grammi) le prime 150 copie sono numerate e costituiscono l’edizione di testa.

 

Cliccare qui per scaricare il programma degli eventi e qui per scaricare il comunicato stampa

 

IMPORTANTE: Per ragioni di sicurezza la Sala della Balla ha una capienza limitata che impone un accesso limitato con prenotazione obbligatoria. Chi desideri partecipare alla cerimonia di premiazione è invitato a segnalarlo subito inviando una E mail con il proprio nome e cognome a  premio@amicisciascia.it

Il 10 agosto 1994 l'astronomo belga Eric Walter Elst (Mortsel, 30 novembre 1936 – Anversa, 2 gennaio 2022) ha scoperto l'asteroide 12380, che ha dedicato a Leonardo Sciascia. L'asteroide si chiama quindi
 
 
12380 SCIASCIA
 
 
Lo scopritore di un asteroide, per un periodo di dieci anni dopo la numerazione della sua scoperta, ha il privilegio di proporre un nome, fornendo una breve motivazione della sua scelta. Ecco quanto ha scritto Eric Walter Elst:
 
"Leonardo Sciascia (1921-1989), a Sicilian novelist and polemicist, wrote many books revolving around the hallucinatory realities of Sicilian life. Sharing with Stendhal the same adamant clarity and bone-dry wit, he is particularly well-known for his Il mare colore del vino."
 
Si può non concordare sulla scelta de Il mare colore del vino come opera per la quale Leonardo Sciascia è particolarmente conosciuto, ma non si può non apprezzare l'accostamento di Sciascia al suo "adorabile" Stendhal. In ogni caso, considerato che un asteroide è un piccolo corpo celeste chiamato anche pianetino, fa piacere pensare che Leonardo Sciascia – il quale ha voluto che sulla sua lapide fosse inciso "Ce ne ricorderemo, di questo pianeta" – abbia un suo piccolo pianeta dal quale osservare questo nostro pianeta.
 
È appena il caso di sottolineare che, mentre il diametro medio degli asteroidi è inferiore a un chilometro, quello del 12380 Sciascia supera i dieci chilometri.
 
E.L.G.