Progetto "Leggi Sciascia" nella scuola.

Sciascia visitava spesso le scuole della sua Sicilia e parlava con i ragazzi di letteratura, di stato, di mafia. Una volta volle fare il paragone tra i “bravi” descritti ne I promessi sposi e la mafia siciliana. Disse ai ragazzi di un liceo di Lipari che il governo di Maria Teresa d’Austria, in Lombardia, era riuscito con una efficiente organizzazione dello stato, a debellare quel fenomeno delinquenziale così ben rappresentato dal Manzoni scrittore di “cose”, per ricordare le parole di Pirandello.

Martedì 4 giugno 2013, con l'aiuto di Valter Vecellio, è stato portato a termine un bellissimo progetto presso una scuola della Vallesabbia in provincia di Brescia. Più precisamente si tratta dell’Istituto Polivalente G. Perlasca di Idro, bellissimo comprensorio incastonato nel verde, alle pendici dei monti limitrofi all’Eridio, antico nome dell’odierno lago d’Idro. Il progetto “Leggi Sciascia” si è concentrato sulla lettura del romanzo Il giorno della civetta, titolo tratto dall’Enrico VI di Shakespeare citato nell’epigrafe del libro.

I ragazzi di tre classi dell’istituto hanno letto l’opera di Leonardo Sciascia, hanno individuato i pezzi più significativi della stessa rispetto ad alcuni temi che i loro professori di lettere avevano proposto come approfondimento, hanno letto questi estratti pubblicamente in assemblea e li hanno discussi insieme a Valter Vecellio nel dibattito seguito alla proiezione del film omonimo di Damiano Damiani.

Si è parlato della “linea della palma” e del significato intrinseco di questa profetica indicazione. Si è discusso di ragione, legge, democrazia e potere e di come sia sempre più necessario il poter contare sulla “legge che nasce dalla ragione ed è ragione” e non su quella “che nasce dai pensieri e dagli umori” di un uomo, “dal graffio che si può fare sbarbandosi o dal buon caffè che ha bevuto”.

Un piccolo segno, questo progetto, che la nostra Associazione ha voluto lasciare in una comunità di provincia che tanto assomiglia idealmente alla comunità a cui apparteneva Leonardo Sciascia, quella sua piccola cittadina di Racalmuto in provincia di Agrigento, da cui ha saputo descrivere il mondo e da esso farsi apprezzare.

In un’intervista del 1981 rilasciata a Roma ad Alexander Langer, tirolese, Sciascia rispose: "E poi, cosa s'intende per provincialismo? Forse il fatto fisico di vivere in provincia? O il comportarsi secondo canoni di arretratezza, di incultura, di barbarie? In questa seconda accezione io non credo che esista un provincialismo, si può essere provinciali a Roma, a Parigi, a Londra, a Bruxelles, come a Agrigento o Bolzano. Io, comunque debbo dire che le persone più colte e più informate che io abbia conosciuto, le ho sempre trovate in provincia”.

Questa risposta è simbolo di un modo di pensare, della predisposizione a cercare sempre il meglio, la bellezza, la ragione, il merito ovunque esso nasca e dovunque esso manifesti i suoi effetti. Posizione di apertura senza pregiudizi, nata dal vissuto, forse opposto e subito, da quell’amore e odio per la sua terra che gli faceva citare spesso Marziale: “Nec tecum possum vivere, nec sine te (né con te, né senza di te posso vivere)”.

Così l’invito finale ai ragazzi della Vallesabbia è stato quello di essere aperti alle idee del mondo e di scoprire, attraverso la lettura delle opere di Sciascia, altri importanti temi della vita e del pensiero del grande scrittore siciliano.

In conclusione Valter Vecellio ha voluto citare il simbolo culturalmente positivo rappresentato dalla ragazza figlia del protagonista mafioso Mariano Arena. Sciascia, scrivendo di questa figlia che studiava a Losanna in Svizzera, ha voluto indicare che un giorno quella figlia sarebbe stata diversa dal padre, pietosa verso ciò che egli disprezzava, rispettosa verso ciò che egli non rispettava. Insomma di come la cultura può agire sulle giovani generazioni per il cambiamento, per il miglioramento della società. Un messaggio positivo che facciamo nostro insieme ai ragazzi del Polivalente di Idro.

Sergio Piccerillo